Mercado Libre lascia Córdoba e guarda a Mendoza: cosa c'è dietro questa mossa?

L'abbandono del Mercado Libre da Cordova riapre il dibattito sugli oneri fiscali e sulla competitività delle città nell'attrarre l'economia della conoscenza.
Questa settimana, l'azienda argentina Mercado Libre ha annunciato sulla piattaforma social X la decisione di implementare il lavoro da remoto per i suoi 1.260 dipendenti, cessando le attività presso la sede fisica nella città di Cordova. La decisione è stata presa in risposta "all'impatto generato dalle imposte comunali" in quella provincia.
L'azienda ha dichiarato di dover pagare 770 milioni di dollari di tasse comunali ogni mese, cifra equivalente a 24 affitti per la sua attuale sede (uno spazio di 1.800 m² in un edificio a Capitalinas, nel cuore del capoluogo di Cordova).
Un importo che, secondo l'azienda stessa, è del tutto sproporzionato rispetto all'attività e alle dimensioni del suo team a Cordova, soprattutto rispetto ad altre città in cui opera in modo analogo. Allo stesso tempo, nella dichiarazione, l'azienda ha sottolineato che non esiste un equivalente in termini di miglioramenti infrastrutturali o di servizi che giustifichi tale addebito.
Questa decisione mette in luce senza dubbio l'impatto che gli oneri fiscali possono avere sulla competitività delle città nell'attrarre e trattenere gli investimenti nel nostro Paese.
Questo episodio solleva una domanda chiave: quale posizione adotteranno le province riguardo all'opportunità di attrarre o trattenere nei loro territori aziende che operano nell'economia della conoscenza, come Mercado Libre? In uno scenario in cui i talenti possono lavorare da remoto e le aziende possono operare senza essere vincolate a una sede fisica, l'equazione della competitività di ogni città inizia inevitabilmente a includere l'onere fiscale, la prevedibilità normativa e la qualità dei servizi offerti in cambio di tali imposte. Le province che riusciranno a creare un ambiente che bilanci la riscossione delle imposte con incentivi per l'attività, infrastrutture di qualità e costi ragionevoli saranno probabilmente quelle che potranno consolidare l'insediamento di queste aziende, sostenendo così l'occupazione e lo sviluppo delle loro economie locali.
In questo contesto, Mendoza si sta affermando come una delle province che potrebbero attrarre l'interesse dell'azienda guidata da Marcos Galperín. Si stanno diffondendo voci secondo cui l'azienda di e-commerce stia cercando di rafforzare la propria presenza nella nostra provincia, soprattutto grazie ai progressi nelle infrastrutture logistiche: il Ministro provinciale della Produzione, Rodolfo Vargas Arizu, avrebbe rivelato che Mercado Libre avrebbe già avviato la costruzione di un magazzino nella nostra provincia. Tuttavia, la sua ubicazione non è ancora nota al pubblico.
L'espansioneMercado Libre prevede di creare 2.200 nuovi posti di lavoro in Argentina, portando il totale a 15.000 dipendenti a livello nazionale, nell'ambito di una strategia che mira a rafforzare la logistica e ad espandere la presenza in nuove regioni, tra cui Cuyo. Resta quindi aperta la questione: sarà la nostra provincia a sfruttare questa opportunità e a diventare un nuovo polo per il colosso dell'e-commerce?
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