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Fenomeno Ufo, tra il desiderio e la paura di capire se siamo soli oppure no nell’universo

Fenomeno Ufo, tra il desiderio e la paura di capire se siamo soli oppure no nell’universo
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Oggetto volante non identificato (UFO), illustrazione. (Foto di Victor de Schwanberg/Science Pho / VSC / Science Photo Library via AFP)

Il 2 luglio di ogni anno è il giorno dedicato agli Ufo, Unidentified flying object, oggetti volanti non identificati, che oggi, più modernamente sono chiamati Uap, Unidentified aerial phenomena, fenomeni aerei non identificati, sigla più generale che non riguarda solo i famosi “dischi volanti”. Quindi siamo tutti invitati ad alzare gli occhi al cielo e scrutare se ci sono luci, oggetti sospetti e sigari metallici volanti.

Il 2 luglio è stato scelto perché si ricorda l’incidente di Roswell, che avvenne in quel giorno nel 1947.

Era appena finita la terribile Seconda guerra mondiale e in quella località del Nuovo Messico, Usa, cadde dal cielo quello che in prima istanza fu classificato come un normale pallone sonda. Troppo bello per restare così semplice: si diffuse, anche se non subito, l’idea del complotto dello Stato contro i cittadini, qualcosa cui molti americani sono affezionati, e si diffuse la leggenda metropolitana che a Roswell fosse caduto un velivolo alieno, con tanto di pilota e passeggeri, ma il governo voleva tenerlo nascosto, ovviamente. Qualcosa di vero c’era, dato che si seppe poi che forse il pallone sonda poteva essere un pallone spia del progetto famoso progetto Mogul e il governo preferiva non si sapesse, ma di astronavi e alieni di qualunque colore e forma neanche l’ombra.

Da allora, specie negli anni del duro scontro della Guerra Fredda fra Occidente e Unione Sovietica, gli avvistamenti di dischi volanti, regolarmente sbugiardati come fotomontaggi, si infittirono fino ad arrivare al culmine fra gli anni 50 e 70, quando la conquista della Luna da parte del progetto Apollo fece diventare noi degli alieni sul nostro satellite.

Certo si moltiplicarono anche gli avvistamenti di alieni sulla Terra, scesi dai dischi volanti, di umani rapiti dai visitatori celesti, spesso assieme alla propria auto o agli animali, risucchiati da una forza invisibile.

L’epoca d’oro fu quella dei marziani, iniziata, per eccesso di passione, da un ottimo astronomo italiano di inizio ‘900 Virginio Schiaparelli. Dai cieli di Milano, allora tersi, osservò da Brera con un telescopio molto innovativo per l’epoca il pianeta Marte coi suoi canali, che sono profonde fratture sulla crosta di quel pianeta, come un canyon delineato in modo netto e lungo migliaia di chilometri.

Schiaparelli era un socialista utopistico alla Proudon, vedeva il bene e la buona volontà anche nell’arido pianeta tutto sassi e polvere, che oggi vediamo grazie ai robot Nasa che ogni giorno ci mandano le immagini di quel rosso mondo desolato. In un paio di conferenze pubbliche fece un volo di fantasia un po’ troppo ardito, che, come scienziato positivista, non poteva neppure pensare, mettendo come ipotesi che quel canale fosse stato scavato da una civiltà di pari e fraterni marziani, non si sa per quale motivo, ma evidentemente a beneficio di tutti gli abitanti del pianeta rosso.

Una serie di equivoci nelle traduzioni in e dall’inglese diedero la stura al mito dei marziani, che venivano anche a visitarci: loro, o altri extraterrestri simili, erano dietro al fenomeno dei dischi volanti. Non si contano i romanzi di fantascienza, i film coi marziani, ora buoni ora perfidi e cattivi, che invadono gli schermi fra il 1950 dei primi e il 1996 del famoso Mars Attack. Insomma, per un certo periodo gli abitanti dei dischi volanti furono pensati probabilmente marziani. Il rovescio della medaglia lo mostrò in grande Ennio Flaiano, con la sua bella commedia “Un Marziano a Roma”, passata anche in tv all’epoca e che si può ritrovare in libreria o su Youtube.

Crocefissione di Cristo, 1350, che sta sopra l’altare del monastero Visoki Dečani in Kosovo

Ma gli Ufo che solcano i nostri cieli non sono certo una novità dell’ultimo secolo, gli appassionati di ufologia credono di ritrovarli in tanti quadri famosi della storia dell’arte, ad esempio nella stupenda crocefissione di Cristo, 1350, che sta sopra l’altare del monastero Visoki Dečani in Kosovo. Lì troviamo, a destra e a sinistra della croce, due figure umane guidare quelle che sembrano, oggi, delle navicelle spaziali, ma sono in realtà il Sole e la Luna, come descritto dalle Sacre Scritture. Era normale all’epoca personificare i due astri luminari con persone che viaggiano su due carri celesti.

“Il fenomeno celeste di Norimberga”, incisione di Hans Glaser, Biblioteca Centrale, Zurigo

La fantasia faceva il resto, come nel caso dell’evento di Norimberga del 14 aprile 1561 quando in cielo, per oltre un’ora secondo i molti testimoni, si svolse una terribile battaglia celeste, che fu immediatamente incisa in varie tavole a stampa. Si trattava, probabilmente, di una serie di fenomeni atmosferici, noti come pareli, più complessi e duraturi del solito. Un fenomeno così insolito e che impressionò la popolazione così tanto che perfino il famoso Jung lo studiò e ne parlò in un suo libro. Attenzione poi che l’ignoranza dei fenomeni celesti faceva parlare spesso i nostri semplici e impauriti antenati di gigantesche spade o croci che apparivano, magari color sangue, e che erano invece innocenti comete di passaggio con la loro bella coda, e così via. Gli esempi sono tanti e ci portano indietro nel tempo, con gli dèi romani e greci che stavano in cielo e ogni tanto ne scendevano, ma ricordiamo che nella Bibbia il profeta Elia ascende al cielo su un carro di fuoco, come descritto nel Secondo Libro dei Re. Ovvio che un carro di fuoco faccia pensare all’appassionato di Ufo che si tratti di qualcosa di simile a quello che oggi Elon Musk fa partire ogni settimana, come una corriera postale, dalla base di Cape Canaveral. Gli esempi sarebbero ancora decine e decine.

Ma torniamo ai nostri tempi, anche se gli Ufo oggi, nel tempo delle reti sociali, hanno tanti concorrenti, dalla teoria che la Terra è piatta, anche lei comunque vecchia di 150 anni, alle scie chimiche a ogni sorta di negazionismo e complottismo, per non parlare poi dei 10.000 e più satelliti in bassa orbita che oramai passano continuamente sopra la nostra testa, Starlink in prima fila. Nonostante questo, gli avvistamenti di Ufo, dalla Liguria alla Calabria ci sono stati, senza poi troppi clamori e con maggior consapevolezza che in passato. Non parliamo poi degli Usa, patria degli avvistamenti. Oggi sappiamo che la luce di un aereo lontano può creare un’illusione, che i droni da lontano possono fare lo stesso così come qualche piccola meteorite e così via, anche se alcuni avvistamenti restano non spiegati.

Sotto sotto al fenomeno Ufo, oggi più tranquillo e realistico, si intravede comunque il desiderio, o forse anche la paura, di capire se siamo o no soli in questo universo che contiene miliardi di miliardi di pianeti. Ma più lo studiamo e più ci sembra grande, affascinante ma deserto.

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