Ricerca, misurare i Pfas nelle acque: arriva il sensore portatile low cost

In questa direzione va lo studio coordinato da Berto, dove un sensore elettronico, basato su un transistor organico a modulazione di elettrolita (in inglese EGOT electrolyte-gated organic transistor) viene utilizzato per il monitoraggio di Pfas nell’acqua. Il dispositivo, sviluppato in collaborazione con i gruppi di Pierangelo Metrangolo del Politecnico di Milano e di Lucia Pasquato dell’Universita’ di Trieste, nell’ambito del progetto PRIN-Nifty del MUR, riesce a distinguere tre diversi Pfas, rilevando le minute interazioni non covalenti fluoro-fluoro tra questi e un monostrato molecolare autoassemblante immobilizzato su una superficie del transistor e disegnato appositamente per il riconoscimento degli inquinanti perfluorurati in soluzione.
Oltre a raggiungere la misura dei parametri di legge imposti per questi Pfas (una notevole sfida tecnologica gia’ di per se’), il sensore EGOT consente anche di ottenere informazioni energetiche sul riconoscimento tra il sensore e i Pfas in soluzione. “Questo lavoro coordinato da Marcello Berto – commenta Fabio Biscarini, tra gli autori dello studio – non ha solo una valenza scientifica importante, ma e’ un primo passo significativo per la realizzazione di un sensore portatile e a basso costo che permetta di misurare direttamente e in pochi minuti i Pfas nelle acque. Mi piace sottolineare come l’approccio multidisciplinare da noi adottato, in cui chimica supramolecolare, chimica di sintesi, nanotecnologie ed elettronica organica si integrano sinergicamente, abbia permesso di affrontare e risolvere un problema di notevole complessita’, difficilmente alla portata di gruppi individuali”.
İl Denaro