L’acqua nell’UE: una questione di diritto e di sicurezza

Dopo decenni in cui l'accesso all'acqua potabile era dato per scontato in Portogallo e in Europa, la situazione è cambiata, con ripercussioni sui cittadini, sulle aziende e sull'ambiente.
Gli impatti di eventi meteorologici estremi, come ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi boschivi, stanno aumentando in frequenza e gravità, causando gravi conseguenze per la salute degli europei, morti premature, interruzioni dell'approvvigionamento di acqua potabile e crescenti perdite economiche per le imprese. Questi eventi potrebbero minare la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione Europea e diventare un focolaio di conflitto globale.
Alla luce di queste trasformazioni e degli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno alterato i modelli e i livelli delle precipitazioni, rendere la gestione idrica più resiliente è una questione di sicurezza, ma anche di preparazione e risposta efficaci alle situazioni di crisi. Più che una necessità di base, l'acqua è una risorsa critica, perché senza di essa non c'è vita. La sostenibilità ambientale, la prosperità economica, la sicurezza alimentare ed energetica e la salvaguardia della qualità della vita degli europei dipendono da un approvvigionamento idrico stabile e di qualità.
A questo proposito, non solo la captazione e lo stoccaggio delle risorse idriche, ma anche il loro trasporto, trattamento e distribuzione sono particolarmente importanti. La siccità verificatasi lo scorso anno, in particolare nei paesi dell'Europa meridionale e del bacino del Mediterraneo, ha inoltre evidenziato la preoccupante situazione delle reti di distribuzione idrica in diversi Stati membri dell'UE, con infrastrutture obsolete e non più idonee alle circostanze attuali e con elevati livelli di perdite. D'altro canto, gli Stati membri dell'Europa centrale e settentrionale sono stati colpiti dal fenomeno opposto, dove lo stress idrico deriva non dalla mancanza di acqua, ma dal suo eccesso, con eventi di precipitazioni intense e molto concentrate che hanno causato diverse alluvioni.
Con l'obiettivo di rispondere alla crescente necessità di un cambio di paradigma, sia da parte degli Stati membri che dell'UE, la strategia europea per la resilienza idrica, presentata di recente, pone decisamente la questione dell'acqua in cima all'agenda, analizzando la questione nei suoi molteplici aspetti, in modo integrato e proponendo un percorso da seguire.
Gli obiettivi sono chiari: ripristinare e proteggere il ciclo dell'acqua come base per un approvvigionamento idrico sostenibile; costruire un'economia idrica intelligente insieme ai cittadini e agli attori economici per sostenere la competitività dell'UE, attrarre investitori e promuovere un settore idrico europeo fiorente; garantire a tutti acqua pulita e servizi igienico-sanitari a prezzi accessibili e responsabilizzare i cittadini sulla resilienza idrica.
Per garantire la conservazione di questa risorsa vitale, è innanzitutto essenziale ripristinare e proteggere il ciclo dell'acqua che la immagazzina, la purifica e la rilascia naturalmente. È necessario ripristinare la qualità e la quantità disponibile di questa risorsa, non solo in superficie, nei fiumi, nei laghi e nelle zone umide, ma anche trovare modi per migliorarne l'assorbimento e la capacità di ritenzione nel suo percorso verso il mare, al fine di ripristinare le riserve sotterranee, assicurandone la ricostituzione naturale e contrastando le fonti di inquinamento.
D'altro canto, i cittadini e molti settori economici necessitano di un approvvigionamento idrico stabile e spesso presentano esigenze diverse nel corso dell'anno, pertanto lo stoccaggio dell'acqua in bacini idrici e altre strutture artificiali richiede particolare attenzione, un'attenta pianificazione e un attento coordinamento. La proposta della Commissione europea per la gestione delle risorse idriche dà priorità alle soluzioni basate sulla natura, ma prevede anche l'uso di strutture artificiali o una combinazione di entrambe, sottolineando l'importanza di pianificare e valutare l'impatto che questi sviluppi possono avere sul ciclo dell'acqua. L'attenzione si concentra su una strategia di gestione idrica integrata e sostenibile.
La futura prosperità e competitività dell'economia europea dipendono dalla capacità di gestire e utilizzare efficacemente questa risorsa finita. È quindi necessario ridurre i consumi, data la crescita della domanda dovuta alla transizione digitale, migliorare le reti di distribuzione, aumentandone l'efficienza, e promuovere la digitalizzazione, garantendo una gestione intelligente, una maggiore conoscenza e un maggiore controllo di questa risorsa. Data la sua finitezza, l'acqua non può essere sprecata, ed è necessario promuovere la differenziazione degli usi e aumentare il riutilizzo delle acque reflue trattate per altri scopi, in particolare in agricoltura, nella produzione di energia e nei processi industriali, come gli impianti di refrigerazione.
L'accesso all'acqua potabile è un diritto universale, motivo per cui la strategia europea per la resilienza idrica deve mettere al centro i cittadini europei. È importante garantire un accesso equo e conveniente all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari per tutti gli europei, indipendentemente dalla regione di residenza, e promuovere la loro responsabilizzazione e alfabetizzazione in materia. I consumatori svolgono un ruolo chiave nel migliorare la resilienza idrica, poiché il loro comportamento, le loro abitudini e i loro consumi hanno un impatto significativo. Solo una società veramente responsabile sarà resiliente e in grado di rispondere a sfide impreviste.
Per raggiungere questi obiettivi, la strategia elenca cinque aree di intervento: governance e attuazione per guidare il cambiamento; finanza, investimenti e infrastrutture per ottenere un approvvigionamento stabile; digitalizzazione e intelligenza artificiale per accelerare e semplificare una buona gestione idrica; rafforzamento della competitività attraverso la ricerca e l'innovazione, promuovendo il settore idrico e le competenze; sicurezza, preparazione e prevenzione per aumentare la resilienza collettiva.
Per il Portogallo, la Strategia Europea per la Resilienza Idrica è, prima di tutto, una buona notizia. È fondamentale che il nostro Paese ponga la questione idrica al primo posto nell'agenda europea e che le sue preoccupazioni e le soluzioni proposte vengano riconosciute.
Il percorso intrapreso dal Portogallo, incarnato nella Strategia Nazionale "L'Acqua che Unisce", presentata il 9 marzo, è perfettamente in linea con l'iniziativa europea. Risparmio, riduzione dei consumi, riutilizzo, lotta alle perdite e ottimizzazione della gestione di questa risorsa sono tra le priorità nazionali. Si adotta una visione olistica e integrata, con l'ambizione di individuare linee guida e misure per una maggiore sicurezza e sostenibilità nella gestione idrica in Portogallo, conciliando le esigenze ambientali, economiche e sociali.
La strategia “L’acqua che unisce” riflette l’impegno del nostro Paese verso la resilienza idrica e la sostenibilità ambientale, promuovendo una gestione multisettoriale, solida e integrata di questa risorsa che garantisce benefici a tutte le regioni del continente.
Rafforzare la resilienza idrica rappresenta una sfida, ma anche un'opportunità per il nostro Paese. In primo luogo, la Strategia europea sottolinea la necessità di investimenti in questo settore, diversificando le possibili fonti di finanziamento, in particolare attraverso la Banca Europea per gli Investimenti e la Politica di Coesione, e afferma che questo tema dovrebbe assumere un posto di rilievo nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale.
In secondo luogo, questa è una porta che apre le porte al rafforzamento della capacità degli enti di gestione e alla promozione della competitività delle aziende e delle industrie portoghesi che operano nel settore idrico. Grazie alle loro conoscenze, alla loro capacità di innovazione e alla loro esperienza, sono in prima linea nell'aiutare le loro controparti europee. Il nostro Paese vanta attualmente uno dei tassi di perdita d'acqua più bassi d'Europa, grazie agli investimenti effettuati nel rinnovamento delle reti e nella loro digitalizzazione.
In terzo luogo, la strategia europea per la resilienza idrica ha una dimensione esterna, riconoscendo il ruolo guida dell'UE nella sostenibilità ambientale, ma anche nella cooperazione internazionale. La leadership europea in questo settore a livello globale offre l'opportunità di costruire alleanze strategiche con partner internazionali e aprire nuove prospettive. Investire nella gestione sostenibile delle risorse idriche e nell'innovazione rafforzerà le imprese europee e aumenterà la competitività, poiché questi sono settori in cui siamo leader. Allo stesso tempo, questa rappresenta un'importante opportunità commerciale per l'industria europea, condividendo la nostra esperienza e conoscenza nei settori idrico e igienico-sanitario.
Per il Portogallo, l'inclusione della dimensione esterna nella strategia europea rappresenta un valore aggiunto, data l'importante storia di cooperazione in questi settori, prevalentemente con i paesi africani di lingua portoghese, ma anche in molte altre aree geografiche, dall'Asia all'America Latina.
Il nostro Paese è disponibile, pronto e in grado di collaborare con la Commissione Europea per mettere a frutto le sue conoscenze, esperienze e competenze a favore di un mondo in cui l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici sia davvero un diritto e non un privilegio.
observador